I REATI STRADALI

I REATI STRADALI

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La Legge n. 41/2016 ha coperto uno spazio che da anni richiedeva l’intervento del legislatore.

I reati connessi con la circolazione stradale e, fra tutti, quello di omicidio colposo derivante dalla circolazione non potevano più essere percepiti come “reati senza pena” visto che riguardavano soggetti quasi sempre incensurati ai quali non veniva negata la sospensione condizionale nel caso di condanna.

Sicchè si era venuta formando una opinione di impunità che il crescente numero di morti sulla strada rendeva intollerabile e che imponeva una rivisitazione; e come spesso accade allorché il legislatore interviene quando la misura è colma, si è caduti della parte opposta.

La normativa del marzo 2016 ha infatti dilatato in modo abnorme, e spesso con qualche aberrazione causata dal gioco delle aggravanti, le pene che possono essere applicate.

E ciò malgrado non sia stato rivisitato il tema dell’elemento psicologico del reato, da sempre croce e delizia del giurista: dolo eventuale, colpa con previsione o colpa tout-court?

A questi temi dedica ampio spazio l’opera presentata oggi ad uso non solo del giurista ma anche di chi avverte la necessità di approfondimenti pratici.

Si tratta di un’opera completa, che spazia dal diritto sostanziale al processo e fino alla esecuzione; dagli aspetti civilistici a quelli penali, dal risarcimento alla pena.

Con una appendice facilmente prevedibile, poiché molto presto incominceremo ad intravedere le esigenze di approfondimento tecnico e pratico e a sottoporre ad esame di costituzionalità le norme che forse troppo frettolosamente sono state licenziate.

Il volume che mi viene chiesto di presentare affronta questi temi, apre gli spazi di discussione, si raccomanda per la mole di giurisprudenza, che, partendo dal dibattito che si è intrecciato con le esigenze di prevenzione, ha interessato per anni i giuristi; per un minor tempo i politici; e quasi per niente gliautomobilisti.

Ma quando ci si accorgerà che il responsabile di omicidio stradale finirà nelle carceri italiane fra tanti delinquenti comuni ci sarà sicuramente una richiesta di modifiche strutturali delle norme.

Che il presente volume già segnala come opportune se non necessarie; e sarà quello il momento nel quale l’opera, insieme a quelle di tanti altri studiosi, dovrà essere tenuta presente per rompere il tabù di istituti che ormai non reggono la discrasia tra la loro immutabile definizione ed i tempi nuovi: dal concorso di persona nel reato alla colpa ed al dolo, in tutte le possibili lorodeclinazioni.

Un’opera, dunque questa, che si raccomanda per affrontare i casi pratici della quotidianità ma anche per spingersi verso un campo del quale il giurista deve riappropriarsi partecipando all’opera ermeneutica che sembra appannaggio esclusivo del Magistrato; alla quale l’avvocatura deve poter partecipare con rinnovata e più alta qualità e la consapevolezza che il confronto nel contraddittorio sono serventi rispetto all’equilibrio delle decisioni.

Il volume che oggi viene proposto se pure non manifestando espressamente un tale intento, di fatto lo persegue rendendo così ulteriormente meritoria la pregevole fatica dell’Autore.

Avv. Armando Veneto(Presidente del Consiglio dell’Unione delle Camere Penali Italiane - UCPI)

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