Le obbligazioni

Le obbligazioni


ISBN-13
9788868712280
Nonostante il codice vigente non offra una nozione di obbligazione, questa consiste nel rapporto giuridico attraverso cui un soggetto, definito debitore, compie una determinata prestazione a favore di un altro soggetto, il creditore, in mancanza della quale risponde con il suo patrimonio. Ne deriva che gli elementi sono, da un lato, la situazione di pressione psicologica del debitore e, dall’altro, la legittima aspettativa del creditore. L’obbligazione, durante il suo sviluppo giusromanistico, si è caratterizzata per il vincolo di garanzia ricondotto al principio di responsabilità, inizialmente di natura personale, successivamente di natura patrimoniale. Il termine obbligo trova la propria radice in ligo che stava a indicare il legame. Le prime tracce delle obbligazioni risalgono al periodo delle XII tavole, con uno specifico riferimento a quelle obbligazioni originate da un atto illecito, quindi solo come conseguenza di un delitto, mentre le stesse tavole pare non conoscessero l’esistenza di atti leciti diretti alla costituzione di un vero e proprio vincolo obbligatorio ex contractu. Oltre un secolo dopo le XII tavole, intorno al 326 a.C., nasce la lex poetelia papiria de nexis, per effetto della quale venivano rivoluzionate concettualmente la struttura e la definizione classica dell’obligatio, segnando il primo avvio di quel complesso processo che avrebbe condotto alla decadenza della esecuzione sulla persona del debitore, che correva il rischio di essere venduto trans tiberim come schiavo, trasferendo quest’ultima, invece, sul patrimonio del debitore. Ulteriori trasformazioni dell’istituto delle obbligazioni avvengono nel corso degli ultimi secoli della Repubblica, dal III al I a.C., raggiungendo, così, quella configurazione che si rispecchia nella definizione in senso giuridico di obligare e obligatio con cui i giuristi del tempo si riferivano esclusivamente a quei rapporti obbligatori dai quali sorgeva un oportere, ovvero un rapporto giuridicamente vincolante di ius civile. La nascita di questo rapporto giuridico vincolante è catalizzato all’interno dell’individuazione delle fonti delle obbligazioni. In questo panorama storico, un primo approccio alla realizzazione di una classificazione delle fonti è avanzato da Gaio, il quale focalizza una tripartizione, inserendo, accanto al contratto e al delitto, una terza categoria di fonti diverse dalle prime due. Con Giustiniano, all’interno delle Institutiones, l’impostazione generale delle obbligazioni cambia. La divisione originale, individuata solo in due categorie, obligationes civiles e praetorie, diviene quadrupla con l’aggiunta delle fonti cc.dd. quasi contratto e quasi delitto. Se in età classica, superata la fase storica della cosiddetta legge del taglione, ovvero di una vendetta commisurata all’entità del danno arrecato, l’istituto obbligatorio si riferiva a rapporti tassativamente riconosciuti dallo ius civile, oggi non è più cosi. Alle obbligazioni, infatti, è dedicato l’intero titolo IV del codice civile del 1942, il più corposo dei sei complessivi, che sdogana all’art. 1173 la tassatività della fattispecie, tipizzando tra le fonti anche ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico, quindi valorizzando il principio dell’autonomia negoziale attribuito ai soggetti del rapporto. L’Opera, curata con attenzione da un brillante giurista e scritta insieme ad autori di qualificata esperienza professionale, trasmette al lettore la completa conoscenza dell’istituto, dei caratteri specifici, delle sue vicende e della tipologia prevista, anche attraverso l’ausilio di tabelle e di schemi uniformemente distribuiti nel testo.
* Direttore scientifico della collana “I Saggi del Diritto”

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