MANUALE TEORICO-PRATICO DEL CONDOMINIO
Trascorsi settanta anni dal 1942, e con dieci anni di discussioni parlamentari alle spalle, nel 2012 vengono introdotte nuove regole sulla conduzione dei condomini. È una modifica storica. L’evoluzione dottrinale e l’aggiornamento giuridico della materia condominiale avevano reso indispensabile una riforma di alcuni profili della disciplina. Ha dato valenza di legge agli orientamenti giurisprudenziali di legittimità che nel corso degli anni si sono avvicendati e consolidati su una materia la cui regolamentazione risultava di fatto superata e non più al passo con le problematiche sottoposte all’attenzione dei tribunali. Il legislatore è intervenuto con la legge n. 220 dell’11 dicembre 2012, in vigore dal 18 giungo 2013, denominata “Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici” o “Nuova riforma del condominio”, riscrivendo le regole con riferimento, tra le altre cose, alle parti comuni, alle attribuzioni dell’amministratore di condominio, alla trasparenza dell’attività di gestione ai fini di una maggiore tutela dei condomini, alla possibilità di detenere animali da compagnia nelle abitazioni, alle modalità delle procedure relative all’assise condominiale, alle conseguenze in caso di morosità di un condomino. Tra gli operatori del diritto vi è rammarico per la mancata presa di posizione del legislatore sulla questione del riconoscimento della capacità giuridica al condominio, diversamente da quanto tutt’oggi avviene nel resto d’Europa. Effettivamente, trattasi di argomento di discussione e oggetto di diverse opinioni, spesso contrastanti in giurisprudenza. Sul punto la Suprema Corte, a S.U., con la pronuncia n. 19663 del 18 settembre 2014, ha precisato che la modifica, seppure in fase di lavori preparatori aveva assistito a un tentativo, poi non andato a buon fine, di riconoscimento della capacità giuridica al condominio, esprime una certa propensione e progressione verso il riconoscimento di una sia pur attenuata personalità giuridica. In ogni caso, la riforma risulta più adeguata alle odierne problematiche, e la sua maggiore articolazione e specificità costituisce risposta necessaria per la regolamentazione di ipotesi contenziose come quelle che attualmente interessano le autorità giudiziarie.