La responsabilità degli Enti e la prevenzione della corruzione e delle infiltrazioni mafiose
I modelli organizzativi 231 non hanno, finora, colto nel segno, nella misura in cui la loro adozione non ha impedito il verificarsi di gravi problemi e conseguenti procedimenti penali. Per agire contro i rischi più insidiosi occorre poter contare su consulenti esperti e super specializzati, in possesso del know how e delle procedure più idonee, in grado di trasferire le conoscenze acquisite per realizzare sistemi di prevenzione e controllo adeguati ed efficaci. Occorre gestire il rischio, investigare sospetti comportamenti illeciti e, infine, controllare i fenomeni corruttivi e mafiosi anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie (big data e algoritmi avanzati). In questo lavoro si parte, nel primo capitolo, dall’esigenza di tutelare la reputazione aziendale come asset strategico, evidenziando l’importanza di investire in questo ambito e della responsabilità sociale d’impresa, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese. Viene trattato il rischio reputazionale derivante da infiltrazione mafiosa attraverso l’analisi delle aree e dei processi che lo scontano. Presidi e metodologie per la gestione del rischio di infiltrazione, protocolli di legalità e strumenti di self cleaning diventano centrali. Nel secondo capitolo è dato spazio ai destinatari del modello organizzativo, ai reati previsti dal decreto, al ruolo dell’Organismo di Vigilanza e all’implementazione del modello stesso. Partendo dall’analisi del contesto aziendale, si passa nel terzo capitolo alla mappatura delle aree di rischio (Risk assessment) e alla definizione delle procedure di controllo con particolare riferimento agli standard in relazione ai processi strumentali, e all’ampia rassegna di reati. Nel quarto capitolo sono trattate le procedure aziendali nell’ambito del Modello 231/01 relative alla gestione dei rapporti e degli adempimenti con la P.A., con le Stazioni Appaltanti, agli acquisti, alla selezione fornitori e ai flussi monetari e finanziari. Un approfondimento particolare è dedicato al Whistleblowing, di recente introduzione nel nostro ordinamento. Due Diligence reputazionale attraverso la Gap Analysis, controlli informatici automatizzati, certificazione ISO 37001 (anticorruzione) e relazione con il modello organizzativo, vengono descritte nel quinto capitolo. L’opera si conclude con la trattazione, nel sesto capitolo, delle misure di self cleaning che possono essere adottate dalle imprese destinatarie di interdittive antimafia. Dagli effetti di queste ultime sui contratti e sui rapporti in corso, al controllo giudiziario ex art. 34-bis d.lgs. n. 159/2001 (Codice Antimafia). Con la presentazione di un case study che ha interessato un’impresa passata dall’interdittiva antimafia alla Certificazione ISO 37001.